Dopo la fine della pandemia è inevitabilmente cresciuto il numero dei bambini che stanno davanti allo schermo del cellulare e sono sempre più dipendenti da essi, per forza di cose dal momento che se già prima della pandemia il numero di ragazzi e bambini che stavano attaccati al cellulare era alto, ancor di più dopo essere stati costretti a stare a casa e l’unico svago e finestra sul mondo erano i cellulari vien da sè che i numeri non potevano che essere cresciuti.
Il punto però non è tanto poi la quantità che va sicuramente ridotta, ma come sempre un consumo consapevole e cosciente di quello che si fa, quindi un utilizzo intelligente ed educato più che monitorato dai genitori, dato che quello sembra essere impossibile e un palliativo che non andrebbe a risolvere il problema, tutt’altro.
Dopo la pandemia i bambini utilizzano di più smartphone, social network e videogiochi, lo afferma uno studio del condotto su un campione di quasi 2000 genitori, che mette a confronto le abitudini di bambini minori di 11 anni a marzo 2020 e ad aprile 2022. Dalla ricerca si evince infatti che molti più genitori ritengono che i propri figli passino troppo tempo davanti allo schermo e ovviamente non riescono più ad esercitare alcun tipo di “controllo” su di essi, e soprattutto sui tipi di contenuti ai quali sono sottoposti i bambini.
A far riflettere è poi un dato sui bambini di fascia d’età ancora più piccola poichè nel 2021 quasi 7 bambini minori di cinque anni su 10 utilizzavano quotidianamente il tablet, mentre 3 su 10 giocavano ai videogiochi abitualmente. E la socialità al di là dello schermo è un fattore importante da sviluppare soprattutto in tenera età e di sviluppo.
Ovviamente il risultato di tutto ciò è che i genitori siano molto preoccupati poichè da Babysitter, quale è ed era il ruolo degli
- Smartphone
- Tablet
- Tv
Ora tutti questi apparecchi elettronici stanno occupando sempre più un ruolo centrale di vitale importanza al centro delle vite dei bambini più piccoli con conseguenze inaspettate e sicuramente non buone almeno per quello che si prospetta.